psicologia sportiva

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Leader

6 Set, 24Mental Training Manager

Essere LEADER significato, azioni e abilità

Aiutare ad imparare

Leadership

Creare contesti di apprendimento

Creare relazioni

L’allenatore leader è colui che guida un gruppo di persone e che viene da queste seguito spontaneamente, perché lo vogliono e non solo perché devono.

Un allenatore diventa un vero leader quando le persone lo stimano e lo ammirano, lo seguono e non sono costrette da nessuno e da nessuna logica di gerarchia: la vera leadership, infatti, non è mai attribuita, ma è guadagnata! L’allenatore, per esercitare in maniera efficace la leadership, deve mettere nelle condizioni la squadra di svolgere al meglio i compiti assegnati, stabiliti e soggetti a variazioni.

Il leader ha a disposizione azioni, deve utilizzare abilità, ha delle responsabilità e degli strumenti grazie ai quali esercitare la leadership. Di seguito vengono presentati nel dettaglio tutti questi aspetti fondamentali.

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le azioni del leader

Le principali azioni del leader sono:

  • Anticipazione situazionale
  • Orientamento comportamentale
  • Gestione delle idee e del controllo emotivo all’interno del gruppo squadra.

anticipazione situazionale

Si tratta di un’importante azione del leader, che deve avere una visione, vedere oltre a quello che si sta manifestando in un determinato momento o in una determinata situazione.

Il leader passa molto tempo a risolvere problemi operativi, a risolvere conflitti, e deve dedicarsi ad un aspetto centrale del lavoro di allenatore: programmare.

L’allenatore deve prevedere le situazioni, preparando strategie per anticiparle, ponendo l’attenzione sui comportamenti della propria squadra e sull’evoluzione delle risorse interne dei giocatori.

orientamento comportamentale

Azione conseguente all’anticipazione situazionale.

Infatti, i comportamenti da osservare non sono solo quelli osservabili, ma quelli che non si percepiscono.

L’orientamento comportamentale si riferisce quindi alla capacità di conoscere i comportamenti e le possibili conseguenze degli stessi.

L’allenatore deve, quindi, guidare i comportamenti che si sviluppano nel terreno di gioco in relazione alla filosofia, alla strategia e ai principi che ha spiegato, e orientare e sviluppare la parte “invisibile” che non si vede.

Dedicare tempo a parlare con i giocatori, porre domande sulla comprensione delle esercitazioni, capire le loro preoccupazioni tecniche e tattiche riguardo al ruolo, al modo di giocare della squadra non è tempo perso, ma guadagnato.

la gestione delle idee

La gestione delle idee, permette di sviluppare i pensieri dei giocatori, che hanno un effetto poderoso sulla capacità di moltiplicare o far diminuire le risorse energetiche dei giocatori.

L’allenatore è il primo che deve avere pensieri chiari su cosa vuole insegnare ai propri giocatori, non lasciarsi sopraffare da idee preconfezionate e pregiudizi, evitare le idee assolute o copiare lo stile di quello o quell’altro allenatore, ma adottando uno stile di funzionamento proprio.

gestione del controllo emotivo

Consiste nella capacità di non farsi sopraffare dalle emozioni, siano esse positive o negative.

Osservando molte partite di calcio possiamo notare allenatori al limite della crisi nervosa, allenatori che esultano in maniera smodata dopo un gol, o che rimangono passivi e non trasmettono emozioni alla squadra.

Il controllo emotivo è un aspetto centrale del funzionamento individuale come allenatore, così come lo è per tutta la squadra: ci sono emozioni che sono rischiose sia per il leader sia per i giocatori, ed è importante conoscerle per renderle funzionali.

abilità di un leader

Il leader deve, inoltre, mostrare e utilizzare le abilità interpersonali, che sono sostanzialmente due: Comunicazione e Imparzialità.

La comunicazione è sicuramente una delle abilità principali a disposizione dell’essere umano.

Il leader comunica in ogni momento dell’esercizio del ruolo, ed è chiamato a mantenere, cambiare e incentivare la sua comunicazione e quella dei giocatori in relazione al continuo mutamento delle situazioni sportive. Un buon comunicatore ha come dote principale l’ascolto, in quanto ascoltare fa nascere nell’interlocutore un comportamento impostato sul rispetto e la corrispondenza.

Per parlare ed essere ascoltati, bisogna a propria volta saper ascoltare, e sapersi trasferire idealmente nella situazione psicologica dell’altra persona, identificarsi nella sua prospettiva assumendone il punto di vista, comprendendolo e soprattutto rispettandolo.

La seconda abilità del leader presentata è l’imparzialità, definibile come un atteggiamento grazie al quale si usa una metrica oggettiva di valutazione dei giocatori e dei colleghi dello staff. I favoritismi, infatti, ledono l’esercizio della leadership, in quanto essere imparziali significa essere giusti.

È importante che il leader venga percepito come imparziale dai propri giocatori, in quanto incrementa l’impegno, la partecipazione all’allenamento e il rispetto delle norme di convivenza.

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